Una lunga storia di buona cucina

Nel cuore della Pianura Pontina, fra le suggestioni di luoghi pieni di fascino, d'arte e di storia come il Parco Nazionale del Circeo, il Giardino di Ninfa, l'Abbazia di Fossanova, il tempio di Giove Anxur di Terracina e il castello Caetani di Sermoneta, il Ristorante Da Angeluccio, vanta una tradizione gastronomica che affonda le sue radici nell'immediato dopoguerra, grazie ai nostri nonni Angelo e Valeria Bottoni.

Contadini per passione, Angelo e Valeria decisero di trasformare in deliziose pietanze tipiche i prodotti agricoli che essi stessi producevano.

Per farlo acquistarono un terreno lungo il fiume Ufente, dove sorgevano una bottega ed una chiesetta in cui la domenica si diceva messa, la Chiesa di San Giorgio, e lì aprirono la Trattoria del Cacciatore. Ci volle pochissimi perché, questo luogo divenisse un ritrovo di cacciatori, pescatori, mercanti di bestiame che si concedevano qui una pausa durante il loro fare.

La cuoca era mia nonna Valeria, mio nonno Angelo l'Oste.

E tra tagliatelle alle rigaglie di pollo, mazzalaccardi al sughetto piccante, pizza alla cenere in foglie di mais, lumache al sughetto (insuperabili), carciofi alla matticella, broccoletti alla sezzese, la bazzoffia, la zuppa di pane e fagioli, le olive al fumo, il prosciutto di Bassiano al coltello, la carpa in porchetta, la bruschetta "panunta" , le crostatine di visciola e le zeppole di San Giuseppe, mia nonna conquistava sempre più ammiratori, non solo tra i grandi, ma anche tra i più piccini

Eh sì, perché dovete sapere che - un giorno - mia nonna fu chiamata a cucinare per i bambini dell'asilo comunale, e tanto grande era la sua passione per la cucina quanto il suo amore per i bambini, che coccolava soprattutto con le famose polpette di nonna Valeria. Nel giro di poco tempo le mamme iniziarono ad accorrere alla trattoria per chiedere che cosa cucinasse ai loro figli, che continuavano a ripetere: "Voglio le polpette di zia Valeria! Voglio gli gnocchi di zia Valeria!", e da quel momento in poi, tutte le feste, i compleanni, le comunioni e le cresime chiedevano di venire a celebrarle da Angeluccio perché da mangiare lo faceva zia Valeria...

Come dargli torto? Anche io e mio fratello Angelo, di nascosto scappavamo e andavano al di là della strada dove c'era nostra nonna che cucinava e mangiavamo lì.

Quei bimbi, poi, sono diventati adulti e per il giorno più importante della loro vita, le restarono fedeli: via tutti a festeggiare il matrimonio da Angeluccio.

Ed è qui che entrano in scena mio padre Augusto con mia madre Giovanna, due grandi lavoratori ed accorti imprenditori, che hanno sempre continuato ad investire per dare a chi ci sceglieva, il meglio in termini di qualità del cibo, servizio e accoglienza. Da buon sangue Veneto, mia madre fece avvicinare mio padre a quella che era la vera cucina marinara, ben oltre la frittura di calamari e gamberi o il tradizionale baccalà con i ceci.

Mi sento fortunata, perché ho ereditato lo stesso interesse e la stessa passione per la buona cucina e - soprattutto - ne confronti del buon pesce: non a caso siamo ad appena 20 minuti di strada da uno dei mercati di pesce più importanti del litorale laziale, quello di Terracina. Ho avuto per maestri la mia famiglia, i pescatori di Terracina e di Pescara ed un grande gourmet.

Oggi l'azienda di famiglia è condotta da mio fratello Angelo e da me, Daniela.

Il Ristorante da Angeluccio mantiene ancora oggi la sua identità, il suo "artigianato gastronomico", anche quando serviamo centinaia di persone, perché del buon cibo e dell'accoglienza abbiamo fatto la nostra filosofia. Lungo questo percorso in continua evoluzione, ci siamo sempre fatti affiancare da professionisti, capaci di esprimere il meglio della cucina italiana valorizzando al massimo i prodotti agroalimentari del territorio, in quanto ne hanno essi stessi conoscenza e cultura.

Daniela Bottoni


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